Il
populismo, come ho cercato di spiegare, non è di per se negativo, perché aiuta a capire quello che vuole la
gente. Diventa negativo quando si
assecondano gli istinti peggiori e si promette ciò che non può essere
mantenuto, perché così si produce ancor più scontentezza e alla fine si arriva,
non solo metaforicamente, a tagliare le teste in piazza. Il fatto di incolpare sempre qualcun altro
senza assumersi responsabilità e soprattutto senza indicare soluzione, può accontentare
tanta gente ma non risolve i problemi
Ecco
perché io continuo a dire che attaccare i privilegi, l’ingiustizia sociale,
garantire la sicurezza, pretendere il rispetto dei valori della nostra civiltà,
diminuire la burocrazia, lottare contro la corruzione, dare un futuro ai
giovani non è demagogia è rispondere ai bisogni. Poi, però, è necessario darsi
da fare, non piangere sempre come gatti in amore. «Chiagne e fotte» dicono a Napoli dei tipi così.
Bisogna
farlo smettendo di bluffare, senza rilanciare sempre come se fosse una partita
di poker. Di bluffatori ne abbiamo visti tanti e i risultati si toccano con mano.
Chi è chiamato a governare deve risolvere i problemi punto e basta, sarà poi il
popolo sovrano a giudicare.
E
l’opposizione che fa? Riproduce il solito copione, “tu dici una cosa a me, io
dico una cosa a te”, teatrino, solo teatrino, ridotto a dichiarazioni da trenta
secondi e twitter che non dicono più niente. È indubbio che occorra difendersi dalla
menzogne e dalle accuse ma questo non basta. O l’opposizione rilancia una sua proposta
rispetti ai temi che ho elencati oppure è condannata alla estinzione, perché se
si accetta la logica del “circo” vince sempre
il clown che per una stagione raccoglie tanti applausi e dopo che è
venuto a noia colleziona solo insulti.
Paolo Brandi
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