domenica 19 agosto 2018

QUELLI CHE PIANGONO E POI TI FREGANO, OVVERO POPULISMO VS. DEMAGOGIA





Il populismo, come ho cercato di spiegare, non è di per se negativo,  perché aiuta a capire quello che vuole la gente.  Diventa negativo quando si assecondano gli istinti peggiori e si promette ciò che non può essere mantenuto, perché così si produce ancor più scontentezza e alla fine si arriva, non solo metaforicamente, a tagliare le teste in piazza.  Il fatto di incolpare sempre qualcun altro senza assumersi responsabilità e soprattutto senza indicare soluzione, può accontentare tanta gente ma non risolve i problemi
Ecco perché io continuo a dire che attaccare i privilegi, l’ingiustizia sociale, garantire la sicurezza, pretendere il rispetto dei valori della nostra civiltà, diminuire la burocrazia, lottare contro la corruzione, dare un futuro ai giovani non è demagogia è rispondere ai bisogni. Poi, però, è necessario darsi da fare, non piangere sempre come gatti in amore.  «Chiagne e fotte» dicono a Napoli dei tipi così.

Bisogna farlo smettendo di bluffare, senza rilanciare sempre come se fosse una partita di poker. Di bluffatori ne abbiamo visti tanti e i risultati si toccano con mano. Chi è chiamato a governare deve risolvere i problemi punto e basta, sarà poi il popolo sovrano a giudicare.  
E l’opposizione che fa? Riproduce il solito copione, “tu dici una cosa a me, io dico una cosa a te”, teatrino, solo teatrino, ridotto a dichiarazioni da trenta secondi e twitter che non dicono più niente.  È indubbio che occorra difendersi dalla menzogne e dalle accuse ma questo non basta. O l’opposizione rilancia una sua proposta rispetti ai temi che ho elencati oppure è condannata alla estinzione, perché se si accetta la logica del “circo” vince sempre  il clown che per una stagione raccoglie tanti applausi e dopo che è venuto a noia colleziona solo insulti.

Paolo Brandi

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