Sabato mattina sarò a Cortona a
presentare il mio ultimo libro “Il Club degli atleti”, nonostante siano citati gli
atleti, non credo si parlerà di sport. Il libro parla, infatti, di tutt'altre cose, qualcuno l’ha definito un romanzo hard boiled, insomma una storia un po’ fosca
non adatta a stomaci delicati.
Può essere, anzi è sicuramente così, d’altra
parte è la realtà a non essere aggraziata, anzi spesso supera le fantasie più
tetre e malate.
La cosa singolare di questa
presentazione, che sarà condotta dal giornalista Massimo Pucci, è la presenza
intorno allo stesso tavolo di Andrea Vignini, ex sindaco di Cortona ed
esponente di LEU, Albano Ricci, ex assessore al comune di Cortona e attuale segretario
provinciale del Pd e il sottoscritto che un po’ di esperienza amministrativa e
politica nella sua vita l’ha messa insieme.
Immagino, e non lo dico per mettere le
mani avanti, che ci sarà già qualcuno col naso arricciato che dirà –ma che ci
incastrano questi con un romanzo? Tutta gente che ha fatto o fa politica, ma
cosa cercano?-
Grave errore. L’hard boiled la politica,
checché se ne dica, si sposano bene tra loro, un po’ come il burro e le acciughe.
Sono un pessimista? Date un’occhiata al
panorama pubblico degli ultimi vent’anni, l’hard boiled è fatto di intrighi, violenza,
sesso e una tonnellata di cinismo. Ci
vedete molte differenze? So bene che c’è anche altro, ci sono tante brave persone,
ma purtroppo, come nelle più brutte favole, gli orchi sopravanzano gli elfi.
Alla fine verrebbe da dire che un
politico è più adatto a parlare di un romanzo dai toni duri più di un fine letterato.
Ma la verità per cui ho invitato Andrea
e Albano è che entrambi leggano, scrivono, e conoscono le belle lettere. Caratteristiche
che pochi politici di oggi possiedono. Il problema non sono i congiuntivi
sbagliati, con cui spesso ci deliziano nei comizi, il problema è la mancanza d’idee,
solo slogan, parole fritte e rifritte, messaggi di 120 caratteri e cazzate, un
mare di cazzate che sommerge il buonsenso.
Una cosa che ho imparato è che se non
si ha un disegno più ampio del piccolo perimetro che delimita l’interesse immediato,
non si va da nessuna parte: non bisogna aver paura di superare i confini.
Paolo Brandi
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