Quando leggo le cronache politiche mi viene un dubbio, anzi
più di uno, ma uno in particolare: manca da parte di tutti il senso di realtà.
Cioè quella qualità che chi si occupa della cosa pubblica dovrebbe possedere al
massimo grado.
In altre parole i problemi della gente passano in secondo piano
rispetto a una serie di veti, controveti, subordinate, condizioni, cavilli.
Come se invece di formare un governo per affrontare i problemi si giocasse al “gioco
dell’Oca”: Fai due passi avanti, torna al via, resta fermo un giro.
Eppure le
cose son più semplici di quanto si voglia far credere, c’è per esempio la volontà
da parte di qualcuno di affrontare un tema come quella delle disuguaglianze in
questo paese? C’è la volontà di giocare da protagonisti e non da comprimari le
partite internazionali? C’è la volontà di dire che l'italia non riparte fin
quando il costo del lavoro è uno dei più alti al mondo e gli stipendi tra i più
bassi d’Europa. C’è la volontà di dire che la tassazione nazionale e locale è
spesso ingiusta?
Se ci sono queste condizioni non è difficile trovarsi d’accordo.
In caso contrario continuino pure il teatrino, consapevoli che qualcuno, prima o
poi vincerà nei numeri, anche se , come accaduto recentemente in Friuli, il
50% degli elettori sta a casa. E quando metà dell’elettorato non va a votare
non è mai un buon segno.
Paolo Brandi
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