Dicono tutti che
questo “non è un paese per giovani”, però lo diventa quando si tratta di
criminalità.
La notizia che
“quelli” delle baby gang napoletane sono tutti a spasso dopo aver picchiato,
accoltellato e ferito gravemente alcuni loro coetanei è una di quelle informazioni
che non avrei voluto leggere.
Indubbiamente ci
sono aspetti umani e sociali e probabilmente ha una parte di ragione chi
sostiene che “la questione è educativa e non meramente di ordine
pubblico”. Ma questo non risolve il
problema, anzi per certi aspetti lo aggrava. Personalmente concordo con la procuratrice
per i minori di Salerno che ha avuto l’onestà e il coraggio di dire che “Il
nostro codice minorile ha in sé gli strumenti per affrontare questa situazione.
Però, ecco, dobbiamo forse arrenderci all'evidenza e prendere atto che il
buonismo del passato, non solo da parte della magistratura, ma di tutta la
società, non ci ha portato molto lontano. Le esigenze sono cambiate perché è
cambiata la società e questa sensazione d’impunità rappresenta anche una
conseguenza di questo buonismo che, evidentemente, non ha dato buoni frutti…”
Il clima, cari amici,
è mutato perché la società è cambiata, un ragazzino di 12, 13 14 anni non è paragonabile,
nemmeno fisicamente, a uno di venti o trenta anni fa. E non è giusto, moralmente
giusto, che una famiglia debba andare a trovare in ospedale il proprio figliolo
con la gola squarciata e i responsabili se ne stiano tranquillamente in giro
col motorino (magari senza casco).
Questo clima di lassismo
è lo stesso che fa a dire a qualche amministratore locale, di fronte a episodi
di vandalismo o teppismo, “che sono ragazzate”, salvo poi essere costretti a ricredersi
quando dalle stupidaggini (ma è una stupidaggine distruggere i cartelli
stradali, rovesciare i cassonetti, sporcare le strade spargendo sacchetti di
immondizia?) si passa alle cose serie. E’ una cazzata appiccare il fuoco a un
cassonetto? Forse. Non è una cazzata bruciare un clochard.
Io non sono per reprime,
sono per educare ma l’educazione passa anche dalla punizione, perché, come
dicevano i romani “quod in iuventute non discitur, in matura aetate nescitur”:
ciò che non s’impara in gioventù, in vecchiaia non lo si sa.
Non ci saranno
mai buoni cittadini se in passato quelle stesse persone hanno fatto quello che gli pare e come gli
pare. Talvolta il bastone è necessario
quanto la carota.
Paolo Brandi
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