mercoledì 17 gennaio 2018

LA TOLLERANZA NON SEMPRE PORTA BUONI FRUTTI, baby gang e vandalismi non sono un fenomeno da sottovalutare, nemmeno dalle nostre parti.



Dicono tutti che questo “non è un paese per giovani”, però lo diventa quando si tratta di criminalità.
La notizia che “quelli” delle baby gang napoletane sono tutti a spasso dopo aver picchiato, accoltellato e ferito gravemente alcuni loro coetanei è una di quelle informazioni che non avrei voluto leggere.
Indubbiamente ci sono aspetti umani e sociali e probabilmente ha una parte di ragione chi sostiene che “la questione è educativa e non meramente di ordine pubblico”.  Ma questo non risolve il problema, anzi per certi aspetti lo aggrava. Personalmente concordo con la procuratrice per i minori di Salerno che ha avuto l’onestà e il coraggio di dire che “Il nostro codice minorile ha in sé gli strumenti per affrontare questa situazione. Però, ecco, dobbiamo forse arrenderci all'evidenza e prendere atto che il buonismo del passato, non solo da parte della magistratura, ma di tutta la società, non ci ha portato molto lontano. Le esigenze sono cambiate perché è cambiata la società e questa sensazione d’impunità rappresenta anche una conseguenza di questo buonismo che, evidentemente, non ha dato buoni frutti…”

Il clima, cari amici, è mutato perché la società è cambiata, un ragazzino di 12, 13 14 anni non è paragonabile, nemmeno fisicamente, a uno di venti o trenta anni fa. E non è giusto, moralmente giusto, che una famiglia debba andare a trovare in ospedale il proprio figliolo con la gola squarciata e i responsabili se ne stiano tranquillamente in giro col motorino (magari senza casco).

Questo clima di lassismo è lo stesso che fa a dire a qualche amministratore locale, di fronte a episodi di vandalismo o teppismo, “che sono ragazzate”, salvo poi essere costretti a ricredersi quando dalle stupidaggini (ma è una stupidaggine distruggere i cartelli stradali, rovesciare i cassonetti, sporcare le strade spargendo sacchetti di immondizia?) si passa alle cose serie. E’ una cazzata appiccare il fuoco a un cassonetto? Forse. Non è una cazzata bruciare un clochard.
Io non sono per reprime, sono per educare ma l’educazione passa anche dalla punizione, perché, come dicevano i romani “quod in iuventute non discitur, in matura aetate nescitur”: ciò che non s’impara in gioventù, in vecchiaia non lo si sa.
Non ci saranno mai buoni cittadini se in passato quelle stesse persone  hanno fatto quello che gli pare e come gli pare.  Talvolta il bastone è necessario quanto la carota.

Paolo Brandi

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