Quello che è successo a #Firenze viene definito
dai tecnici “evento meccanico accidentale”, in altre parole si è rotta una
grossa tubatura e le infiltrazioni hanno
provocato un cedimento lungo 200 metri e largo 7. Se lo stesso evento fosse
accaduto nella zona del Galluzzo, la notizia sarebbe rimasta confinata nelle
pagine di cronaca. Fatalità ha voluto che questo “incidente” accadesse sul
lungarno Torrigiani, in pieno centro, in uno dei luoghi più esposti all'attenzione dei mass media mondiali. Ed ecco che la “rottura del tubo” diventa un caso
nazionale. Con riflessi perfino sul governo.
La manutenzione di quel tubo malandrino
spettava, infatti, a #Publiacqua, la partecipata del comune di Firenze che si
occupa di servizio idrico integrato e del consiglio di Amministrazione di Publiacqua
faceva parte la ministra #Boschi, ergo nella testa di qualche genio, se il tubo
s’è rotto la colpa è delle Boschi e del sistema di potere renziano.
Non spetta noi a difendere la ministra, quello
lo sa fare bene da sola, quello che ci preme sottolineare è il malvezzo, tutto
italiano, di cercare sempre e comunque responsabilità politiche per fatti che
di politico non hanno nemmeno la parvenza.
I politici e la politica sono diventati
la “sentina” su cui scaricare tutta la merda e il risentimento possibili, non che
“lor signori” facciano qualcosa per evitarlo, però a tutto c’è un limite.
Distruggere senza costruire apre la strada alle peggiori avventure. Poi ci si
meraviglia se in America rischia di vincere un tipo come Trump e in Austria, un
parente piuttosto stretto di un altro austriaco nato dalle parti di Linz,
sfiora la presidenza della Repubblica?
Con quest’andazzo non ci potremo stupire
se, con la nuova legge elettorale, rischiamo di ritrovarci a #Palazzo Chigi personaggi
che nemmeno nel “paese dei macachi” assumerebbero incarichi pubblici.
Le cose vanno riportare alla realtà, se
un tubo si danneggia, non è colpa del Sindaco o del Presidente di Publiacqua o
dell’Amministratore delegato i quali, come è noto, non vanno in giro con un
geofono per cercare le perdite d’acqua. Siamo seri. Quello che è accaduto è
grave ma incidenti più o meno simili avvengono in tutte le metropoli del mondo,
la sfiga, se così la vogliamo chiamare, è che questo “accidente” sia avvenuto
nella parte storica di una delle città più famose al mondo. E proprio perché Firenze
possiede queste peculiarità meriterebbe più attenzione. Ecco dove sono le responsabilità
politiche.
Se è vero che Publiacqua ha avuto un
utile di 29 milioni di euro (mica noccioline) allora la parte pubblica, che detiene
il 60% della società, avrebbe dovuto pretendere che la gran parte di quei
denari fosse investita sui controlli e sulle manutenzioni. Ormai lo sanno anche
i cani che il tema delle manutenzioni è centrale per tutte le città e i paesi
italiani. Guardatevi in giro: le strade sono ridotte a colabrodi, le erbacce
infestano tutto, i giardini sembrano una giungla e la segnaletica quasi non esiste
più.
Su questo forse bisognerebbe riflettere,
anche a Roma (ed ecco che ritorna la politica): prima di pensare alle grandi
opere, che in molti casi servono a poco e i cui costi sono sbilanciati rispetto
ai benefici, occorrerebbe mettere in campo un piano nazionale delle
manutenzioni. Sarebbe un toccasana per tutti: piccole imprese, artigiani, enti
locali, cittadini ma di questo si parla poco e male. Perché se corrisponde a
verità che per sistemare le cose a Firenze sul servizio idrico ci vorrebbero
investimenti di 100 euro per abitante per vent'anni allora il problema non può
essere buttato in collo ai sindaci o alla partecipate.
Qui ci vuole un piano Marshall delle manutenzioni.
Detto così fa sorridere ma se si pensa a quello che è accaduto Firenze, con una
sorta di sputtanamento planetario, e che questo rischia di moltiplicarsi per
mille, fa ridere un po’ meno.
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