martedì 9 febbraio 2016

SALA HA VINTO, VIVA SALA E ABBASSO I CORVI

Sala ha vinto le primarie di Milano, “VIVA SALA” e avanti tutta, o almeno così dovrebbe essere in un mondo normale, dove si rispettano le regole e i numeri hanno ancora un peso. Anche se questi numeri sono stati inferiori alle previsioni.





Sala non ha stravinto e la sinistra, se non si fosse presentata divisa (come avevamo detto in tempi non sospetti), avrebbe rischiato di portare a casa l'intera posta. Ma oggi non ci sono discussioni il candidato c’è e va sostenuto. Anche perché l’ottimo risultato (complessivo) di Balzani e Majorino non solo giustifica, ma rende indispensabile un ruolo della sinistra.

Per esempio siamo convinti che una lista “arancione”, per utilizzare il colore prediletto da Pisapia, a sostegno di Sala otterrebbe una buona riuscita e potrebbe “condizionare” da sinistra le politiche Meneghine.
Alternative non esistono. Fanno sorridere i proclami dell’onorevole Pippo Civati per un candidato alternativo a Sala. Per fare cosa? Per spianare la strada alla destra (che a Milano non è poi così deboluccia) costringendo il buon Sala a un ballottaggio dove il ruolo dei Cinque Stelle diventerebbe determinante? 
Purtroppo la politica ha smarrito l’ABC del comportamento, si preferisce  (compreso il centrodestra, vedi la situazione di Roma) darsi botte “nei coglioni” piuttosto che rinunciare a qualcosa.
Il problema è che quando le questioni personali sopravanzano la ragione è inutile discutere, in questi casi anche i pavoni più belli si trasformano in corvi.
L’On. Pippo ha un conto in sospeso con Renzi e intende fargliela pagare fino in fondo. Eppure erano partiti in coppia per la prima Leopolda, poi il milanese s’è accorto che con il fiorentino gli spazi erano pochi e lui ha messo su ditta per conto suo.
Con scarsi risultati visto che nella sua solitaria avventura l’hanno seguito in pochi. I civatiani nel PD non erano un miliardo ma non erano scemi. Stando alla sinistra del padre potevano conquistare sedie e strapuntini, fuori dal PD dovevano dormire all'agghiaccio, per cui meglio rimanere al calduccio, senza seguire il capo nelle sue peregrinazioni.
Le questioni “personali” rischiano di inquinare la politica più dell’atrazina i pozzi, purtroppo ne abbiamo qualche esempio anche dalle nostre parti. 
Quando si leggono le cronache dei comuni che prossimamente andranno al voto c’è da rimanere basiti.

Dietro paroloni come “democrazia”, “verticismo” “coinvolgimento” si nascondono ben altre intenzioni. Oggi per far fuori un sindaco al primo mandato che, secondo le regole del PD, se non ha fatto grosse cazzate non passa dalle primarie, ci s’inventa il ruolo della società civile e la salvifica parola “partecipazione”. Formuletta magica, buona per tutte le stagioni e tutti i climi. Se la politica non recupera un po’ di decenza alla fine avranno ragione i demagoghi di tutte le razze, e nessuno abbia il poi coraggio di lamentarsi: “mal voluto non è mai troppo”.  

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