lunedì 8 febbraio 2016

A NOI DE LUCA E' SIMPATICO

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha pubblicato su facebook, all'indomani della sentenza che l’ha visto assolto nel procedimento penale che lo riguardava, questo post:
“Anni di pesante aggressione politica e mediatica per nulla. Anni di un calvario che avrebbe fatto scoppiare il cuore a chiunque. Ho retto per le profonde motivazioni ideali e morali, e per l'assoluta serenità della mia coscienza. Esprimo il mio rispetto per la magistratura, la cui autonomia è un bene per i cittadini onesti e non un privilegio di alcuni. Il controllo di legalità nei confronti di chiunque è doveroso in democrazia. Mi auguro che nel dibattito pubblico si esaurisca la tendenza dilagante a calpestare con disinvoltura la dignità di persone e famiglie oltre le regole di uno stato di diritto. Mi auguro che si affermi l'abitudine a confrontarsi civilmente, in un clima di rispetto reciproco. L'essere uomini è più importante delle bandiere di partito”.

A noi De Luca sta simpatico, intanto perché ha dimostrato, come sindaco di Salerno, di essere un ottimo amministratore e poi perché ha dato prova di possedere tre requisiti, fondamentali in politica, che gli spagnoli sintetizzano nella formula  “Cabeza, Corazón y Cojones”.

Tradotto in italiano significa che ha saputo resistere agli attacchi di avversari e “amici” di partito, ha mantenuto i nervi saldi affrontando, vincendola, una campagna elettorale complicata come quella per la presidenza della regione Campania, non si è lasciato andare al vittimismo.
Alla luce dei fatti qualcuno dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza, in particolare coloro che, a pochi giorni dal voto, avevano definito De Luca “impresentabile”. L’altro aspetto e che sarebbe opportuno cominciare a riflettere, senza demagogia, sugli effetti della legge Severino per cui un amministratore pubblico, condannato in primo grado, viene messo alla stregua di un colpevole con sentenza definitiva, sospeso dalla carica ed in definitiva cancellato dall'albo delle persone “perbene”.
Se De Luca, seguendo i consigli, moralisticamente interessati, di tanti Soloni, non si fosse presentato chi, oggi, gli restituirebbe la possibilità di candidarsi? Nessuno, il treno è passato e, come diceva la canzone, “la musica è finita e gli amici se ne vanno”.
Chi gli restituirebbe gli anni di vita politica e personale andati distrutti? Nessuno.
Questo non vuol dire giustificare la malapolitica, i corrotti, i tangentisti. Se uno è un delinquente, è giusto che vada in galera e scompaia dalla vita pubblica.
Ma al di là degli aspetti penali quello che ci è piaciuto di più in quel post è la parte finale, la ripetiamo perché chi ha orecchi per intendere, intenda: “mi auguro che nel dibattito pubblico si esaurisca la tendenza dilagante a calpestare con disinvoltura la dignità di persone e famiglie oltre le regole di uno stato di diritto. Mi auguro che si affermi l'abitudine a confrontarsi civilmente, in un clima di rispetto reciproco. L'essere uomini è più importante delle bandiere di partito”.

Questa è una bella lezione che vale anche dalle nostre parti dove troppe volte gli organi di informazione  hanno “messo alla gogna” persone alla fine risultate innocenti, senza nemmeno il buon gusto di dedicare loro un articolo di rettifica. Anche da noi spesso la lotta politica si riduce a pettegolezzo, chiacchera da bar, accuse infamanti. Anche da noi, nella civilissima Toscana, si calpesta la dignità delle persone pur di conquistare uno strapuntino. La politica non è un gioco da verginelle e alla fine uno raccoglie quello che ha seminato.   

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