giovedì 14 gennaio 2016

COSA SUCCEDE IN VALDICHIANA? UNA VOCE FUORI DAL CORO.

Abbiamo pubblicato recentemente un comunicato riguardante la vendita dei beni del Serristori. Un argomento di grande interesse, legato non solo alla smobilitazione di una parte consistente del patrimonio dell’Ente ma anche al consolidarsi, nella nostra zona, di un soggetto imprenditoriale forte come ABOCA.
Non sappiamo come questa mossa possa cambiare gli equilibri dell’agricoltura in Valdichiana, noi confidiamo che lo faccia in meglio, senza conflitti, restituendo a questo settore un ruolo primario come capacità produttiva e presidio del territorio.

Certo è che il cambiamento non sarà solo economico. Un primo segnale, per quanto piccolo, è dato dalla presentazione del libro "Design e paesaggio rurale nella Valdichiana lorenese: la fattoria granducale di Montecchio" di Sandra Marraghini, Architetto e Presidente di Italia Nostra di Arezzo.

Un incontro al quale sarà presente anche il patron di Aboca Valentino Mercati.
Si conferma quello che noi avevamo già scritto in un precedente articolo e cioè l’affermarsi di un circuito tra cultura, movimenti ambientalisti e impresa che, almeno dalle nostre parti, non si era mai visto.
Un anello chiuso, una sorta di circolo magico, dove l’ambiente sostiene l’impresa e l’impresa modella il territorio sulle sue esigenze di crescita: “per certe imprese l’immagine è importantissima,  non si vendono solo prodotti, si vendono idee, uno stile di vita, al limite una filosofia”.
Un fenomeno interessante che, attira l’attenzione di politici e istituzioni chiamati a confrontarsi con una realtà del tutto nuova che alcuni definiscono di “lobby virtuosa”, dove i valori etici si confondono con quelli economici.
Sarà davvero interessante capire come tutto questo troverà traduzione nella nostra Valdichiana.
Ma oltre alle filosofie ci sono anche altre cose.
Il contenuto del comunicato che abbiamo pubblicato induce, infatti, a una seria riflessione sul modo in cui una vicenda delicata, come la vendita dei beni del Serristori, sia stata gestita.
Al di là del soggetto risultato vincitore, un soggetto imprenditoriale sicuramente capace, rimane il dubbio del perché si sia voluto procedere all’incanto e soprattutto il motivo per cui si sia stata messa in piedi una procedura che, come mostrano le cifre in ballo, non ha valorizzato i lotti messi in vendita.

Su quest’aspetto confidiamo che venga fatta chiarezza. Troppo spesso, infatti, anche in un recente passato, si è evocata la trasparenza come bussola nei comportamenti amministrativi e poi, alla prova dei fatti, questa trasparenza scompare, inghiottita da troppi punti interrogativi.

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