Ci
voleva un imprenditore (innovativo) come Renzo Rosso, fondatore di Diesel, per
dire cose semplici ma che nessuno, proprio nessuno ha la forza (o la voglia) di
dire.
La
prima, banalissima, è che le banche sono fondamentali per qualunque business: senza
soldi non si parte, non si sviluppano idee, non si compra la materia prima.
La
seconda è che un sistema economico in fase di ri-partenza (ancora non siamo
fuori dalla crisi nonostante l’ottimismo di facciata) è necessario da parte
delle banche un surplus di attenzione per il mondo produttivo.
E invece la gran
parte degli istituti di credito se ne frega delle Piccole e medie imprese che rappresentano
la spina dorsale della nostra economia.
Terzo,
le banche locali (non tutte) sono zavorrate di clientelismo.
Dalle
nostre parti ne abbiamo una prova dalle radiografie che i giornali hanno fatto
della situazione di Banca Etruria. Vengono fuori errori strategici, che non
sono iniziati oggi (dice bene Renzi, scaviamo negli ultimi 20 anni di vita
della banca), vengono fuori operazioni discutibili legate alle sofferenze, ai
crediti privilegiati, ad acquisti di immobili, a fusioni con altri istituti a
prezzi fuori mercato. Una miscela esplosiva di dilettantismo e favoritismi che ha
fatto fare alla banca la fine del Titanic. La cosa singolare che nessuno abbia
visto, come sul Titanic, avvicinarsi l’iceberg.
Di
fronte a questo marasma, non c’è altra parola per definirlo, cosa si dovrebbe
fare?
Intanto
ridare certezze: chi affida i propri risparmi a una banca deve essere tutelato,
secondo specializzare il sistema del credito locale nel sostegno al territorio.
Supporto alle piccole imprese, microcredito alle famiglie, interventi per
rendere più competitivo il territorio e renderlo appetibile per gli investimenti.
Chi
ha davvero a cuore il futuro della nostra terra deve lavorare sulle idee,
selezionarle, finanziarle anche in presenza di poche garanzie. La garanzia,
come avviene in tutti i sistemi dinamici, devono offrirla i buoni progetti non
i soldi della pensione del nonno o la casa di papà. Solo così si può stimolare
una vera imprenditoria giovane e innovativa.
Per
questo va osservato con attenzione il rafforzamento del credito cooperativo nella
nostra Valdichiana. Se quest’operazione servirà al rilancio dell’economia, sarà
la benvenuta. Su questo punto ci piacerebbe conoscere l’opinione degli enti
locali. Va benissimo firmare, com'è stato fatto, accordi su biglietti unici per
i musei o sollecitare un’unione dei servizi per la polizia locale. Tutto Ok, ma
sarebbe altrettanto e forse più interessante, un accordo di programma su come
rilanciare l’economia del territorio. Offrendo, a chi ha voglia di fare impresa,
un pacchetto completo fatto di semplificazione amministrativa, abbattimento
della tassazione locale, incentivi e garanzie con il credito. Questa sarebbe
una bella innovazione.
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