mercoledì 14 ottobre 2015

BIOLOGICO O ILLOGICO? Note a margine del Distretto Biologico

Ci sono notizie alle quali non si da peso, salvo poi accorgersi degli effetti che producono quando deflagrano come una bomba. Una di queste è venuta fuori, qualche tempo fa e porta il nome di “PROGETTO PILOTA PER IMPLEMENTARE UN MODELLO DI AGRICOLTURA EVOLUTA PER LA TOSCANA”. 
Detto così vuol dire tutto e niente. Approfondendo scopriamo che si tratta di un progetto “teso a orientare l’agricoltura verso modelli maggiormente sostenibili dal punto di vista ambientale”. Soltanto un pazzo non sarebbe d’accordo, ma ancora non è chiaro dove si voglia andare a parare.

Alla fine si capisce che l’idea è di avviare un progetto pilota in Valdichiana che prevede la creazione di una sorta di “distretto biologico”. Tutto bene? Fino a un certo punto.

Intanto vorremmo capire perché il soggetto promotore sia l’ASL 8. Per caso la situazione dalle nostre parti è così grave dal punto di vista ambientale da richiedere all'Azienda Sanitaria un intervento diretto mirato alla prevenzione? Secondo perché tra i promotori non ci sono le associazioni agricole? E ancora i comuni sono consapevoli di cosa significherebbe questo tipo di progetto per le aziende agricole?
In Valdichiana si produce di tutto: frutta, vivaismo, ortaggi, uva, olio, cerali, zootecnia, una gamma completa di prodotti. La stragrande maggioranza delle aziende è di tipo tradizionale e utilizza prodotti sanitari e fitofarmaci nel pieno rispetto delle norme regionali, che sono ancor più restrittive di quelle europee. Non si può dunque dire che l’agricoltura della Valdichiana non sia in sintonia col territorio.
Un eventuale distretto biologico significherebbe stringere ancor più i cordoni: per esempio il divieto di utilizzare buona parte dei fitofarmaci. Questo porterebbe a una caduta verticale dei redditi delle imprese. Qui non siamo nel giardino dell’Eden, dove bastava allungare una mano per cogliere i frutti della terra. Il tema di un eventuale “distretto biologico” deve fare i conti con la realtà. Se un’impresa non guadagna quell'impresa è destinata a chiudere.
Si vuole andare nella direzione del distretto? Benissimo allora si deve costruire un progetto che sia in grado di dare sicurezza agli agricoltori: come compensare le perdite? Quale rete commerciale?  Quali incentivi? in caso contrario può nascere il sospetto, solo il sospetto, che gli obiettivi siano altri.

In ultimo, i Sindaci, o chi per loro, sanno che in questo quadro saranno costretti a vietare con ordinanze fitofarmaci ed erbicidi e soprattutto sono consapevoli della difficoltà di far convivere agricoltura biologica, industria e artigianato?  Sono temi pesanti sui quali merita aprire una riflessione altrimenti il biologico rischia di diventare illogico.  

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