Per
chi non se ne fosse accorto i rapporti politici in provincia, dopo la vittoria
del centrodestra nel comune capoluogo, sono bruscamente cambiati. Qualcuno
dovrebbe cominciare a fare i conti. In termini numerici il centrodestra rappresenta
ormai il 40% della popolazione aretina e in termini politici conta ancora di
più: Bibbiena Castiglion Fiorentino e Arezzo, “quelli della 71” come si sono
autonominati, sono una realtà con la quale il centrosinistra è chiamato a
confrontarsi.
Un’asse
che non sarà quella Roma-Tokio-Berlino ma che potrebbe pesare. Basta guardare
agli assetti nelle partecipate ma soprattutto al futuro delle politiche di
area: sarà un caso che si cerchino alleanze oltre i confini provinciali? Per esempio
con Urbino e Perugia costruendo, a partire da un ipotetico “progetto culturale”,
le premesse per qualcosa di più complesso. Sarà un caso che alcuni di questi
sindaci siano andati in delegazione fino a Milano per riceve la benedizione di
Silvio Berlusconi?
Di
fronte a questo cambiamento il PD tace, troppo preso a misurare col bilancino i
rapporti di forza al proprio interno. Da un lato giustamente si plaude al
rafforzamento della presenza in giunta regionale e dall’altro si evita
accuratamente una analisi su quello che è accaduto. C’è di che preoccuparsi. Il
prossimo anno si vota in due comuni importanti come Montevarchi e Sansepolcro e
ormai niente è più scontato. Se il centrosinistra dovesse perdere uno dei due
si aprirebbe un’ulteriore breccia e dopo? Non servirà piangere sul latte
versato.
Oggi
ci sono ancora le possibilità per raddrizzare la rotta, domani sarà troppo
tardi. Questo significa un bagno di umiltà per tutti, renziani o non renziani.
Il rischio è fare la fine dei polli che si becchettano tra loro prima di finire
in pentola, con grande godimento della destra che più che essere forte sul
piano del progetto sfrutta fino in fondo tutte le debolezze di un PD. Un
partito che sembra ormai da tempo aver abdicato al suo ruolo di guida, è
necessario più coraggio e meno equilibrismi ma in una politica che ormai è diventata
un circo l’esercizio appare sempre più difficile.
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