sabato 19 settembre 2015

QUELLI DELLA 71


Per chi non se ne fosse accorto i rapporti politici in provincia, dopo la vittoria del centrodestra nel comune capoluogo, sono bruscamente cambiati. Qualcuno dovrebbe cominciare a fare i conti. In termini numerici il centrodestra rappresenta ormai il 40% della popolazione aretina e in termini politici conta ancora di più: Bibbiena Castiglion Fiorentino e Arezzo, “quelli della 71” come si sono autonominati, sono una realtà con la quale il centrosinistra è chiamato a confrontarsi.





Un’asse che non sarà quella Roma-Tokio-Berlino ma che potrebbe pesare. Basta guardare agli assetti nelle partecipate ma soprattutto al futuro delle politiche di area: sarà un caso che si cerchino alleanze oltre i confini provinciali? Per esempio con Urbino e Perugia costruendo, a partire da un ipotetico “progetto culturale”, le premesse per qualcosa di più complesso. Sarà un caso che alcuni di questi sindaci siano andati in delegazione fino a Milano per riceve la benedizione di Silvio Berlusconi?
Di fronte a questo cambiamento il PD tace, troppo preso a misurare col bilancino i rapporti di forza al proprio interno. Da un lato giustamente si plaude al rafforzamento della presenza in giunta regionale e dall’altro si evita accuratamente una analisi su quello che è accaduto. C’è di che preoccuparsi. Il prossimo anno si vota in due comuni importanti come Montevarchi e Sansepolcro e ormai niente è più scontato. Se il centrosinistra dovesse perdere uno dei due si aprirebbe un’ulteriore breccia e dopo? Non servirà piangere sul latte versato.

Oggi ci sono ancora le possibilità per raddrizzare la rotta, domani sarà troppo tardi. Questo significa un bagno di umiltà per tutti, renziani o non renziani. Il rischio è fare la fine dei polli che si becchettano tra loro prima di finire in pentola, con grande godimento della destra che più che essere forte sul piano del progetto sfrutta fino in fondo tutte le debolezze di un PD. Un partito che sembra ormai da tempo aver abdicato al suo ruolo di guida, è necessario più coraggio e meno equilibrismi ma in una politica che ormai è diventata un circo l’esercizio appare sempre più difficile.

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