Il nuovo regolamento urbanistico è stato adottato ormai da sei mesi;
su quest’atto è calato il silenzio.
Forse la colpa sta nel fatto che, trattandosi di materia tecnica, non
tutti sono in grado di masticarla fino in fondo.
Niente di più sbagliato. L’urbanistica non è soltanto tecnica,
l’urbanistica è politica. Con l’urbanistica si prefigura il futuro di un
territorio e si decide un pezzo di economia. Purtroppo, con questo regolamento,
si è messa un’ ipoteca sull’avvenire della nostra comunità.
Quando si tagliano le aree edificabili, comprese quelle per cui i
cittadini hanno pagato l’IMU, e quando si comprimono le zone produttive,
impedendo l’insediamento e l’ampliamento di nuove fabbriche, non si fa un bel servizio
al paese. Si può obbiettare che oggi nessuno ha voglia di edificare e ancor
meno di investire. Risposta banale, e se domani dovesse ripartire l’economia
che si fa?
Alcune cose potevano essere fatte. Per esempio per quanto riguarda le
aree urbane, quelle cioè dove si può edificare; niente vietava di prevedere una
perimetrazione più ampia e intervenire, eventualmente, con successive varianti.
Invece no. In nome di una strana filosofia per cui chi costruisce è un
delinquente, si è stretto tutte le maglie lasciando i cittadini con un palmo di
naso.
Per non parlare degli errori sulla schedatura degli edifici storici,
semplici fossi che diventano torrenti con relativa zona di salvaguardia, aree
verdi previste sopra edifici esistenti. Peccati veniali, correggibili ma con un’ulteriore
perdita di tempo.
Ci sono poi questioni che a prima vista possono apparire di “lana caprina”
ma che nella sostanza danno il senso di una proposta imperfetta.
A oggi non esiste una delibera di revoca del precedente regolamento
approvato nel 2011, per cui a Castiglion Fiorentino viviamo nel paradosso per
cui, almeno sulla carta, ci sono due regolamenti urbanistici. Una situazione che meriterebbe un chiarimento
per dare un minimo di certezza normativa.
Al precedente regolamento erano state presentate circa 400
osservazioni, a quella gente non è stata mai data una risposta. Non basta dire
che quelle richieste sono state prese come contributo per fare il nuovo regolamento
urbanistico. La legge impone che alle osservazioni debba essere data una
risposta formale non un semplice “arrivederci”.
Si è però costretto i castiglionesi a ripresentare le osservazioni con
un aggravio di spesa non indifferente. Non sappiamo questa volta che fine
faranno, siamo però quasi certi che a coloro a cui verrà dato un parere
negativo sarà detto “la responsabilità è
della Regione, dei suoi parametri rigidi e delle sue leggi fatte male”. Tanto la colpa è sempre di qualcun altro.
Dentro questo quadro ci sentiamo di spendere una parola a favore
dell’attuale Assessore all’Urbanistica, persona sicuramente competente ed in
grado di capire che l’indirizzo politico di questo atto è sbagliato. Non
crediamo, come vorrebbe far credere qualcuno anche dell’attuale maggioranza,
che le colpe siano solo sue e dei tecnici che hanno collaborato alla redazione
del piano. Siamo sempre più convinti che l’Assessore abbia subito pressioni
politiche forti. L’esempio più chiaro? Presto detto, con il regolamento sono
state inserite aree edificabili in zone non previste nel piano strutturale. Una
cosa che non si può fare. Specialmente se queste zone sono in aree protette.
Chi le ha volute e perché? Non crediamo che le abbia volute l’Assessore semmai
le ha subite. Per questo chi ha la responsabilità primaria del comune non può
nascondersi dietro un dito dicendo “non sono un tecnico e non mi occupo di
urbanistica”. Troppo facile e soprattutto troppo comodo.
Nessun commento:
Posta un commento